La prima Università laica del mondo
Il 5 giugno 1224 nasce l’Università degli Studi di Napoli, passata alla storia come il più antico ateneo laico e statale d’Europa e del mondo. L’artefice di quello che è uno degli avvenimenti fondamentali nella vita culturale di Napoli è Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia, che in questa occasione si avvalse della collaborazione di due importanti giuristi campani, Pier delle Vigne e Taddeo da Sessa. La fondazione dello Studium fu decretata dall’Imperatore, attraverso una lettera inviata da Siracusa non solo a quanti avevano la responsabilità politica e amministrativa delle città del Regno ma anche a tutti i vescovi ed arcivescovi.
Due furono i motivi principali di questo atto di Federico. Il primo era che all’Imperatore stava molto a cuore la formazione della classe dirigente del Regno, cioè dei funzionari amministrativi della Curia Reale. Il secondo punto riguardava la formazione di giuristi che avrebbero dovuto coadiuvare il Re nella costruzione dell’ordinamento statale e nell’applicazione delle leggi.
La scelta della sede cadde su Napoli, sia per motivi culturali legati, in particolare, alla figura di Virgilio ma anche per la posizione strategica che la città aveva assunto all’interno del Regno. Significativo è il testo dell’editto di Siracusa, pervenutoci grazie alla Chronica di Riccardo di San Germano, uno dei maggiori cronisti del tempo, dalla cui lettura emergono problematiche che sono ancora oggi attualissime che dimostrano la modernità del pensiero politico di Federico II.
Con la fondazione dell’Università l’Imperatore voleva concedere la possibilità di studiare a tutti quei sudditi che desideravano acculturarsi, e porre un freno a quella che oggi chiamiamo “la fuga dei cervelli”. Il sovrano svevo volendo evitare che i giovani studenti dovessero espatriare per attendere ai loro studi, dispose che entro la festa di San Michele (29 settembre) tutti gli studenti che si trovavano fuori dal regno erano obbligati a rientrare e in pari tempo nessuno doveva più uscirne per motivi di studio, imposizione che valeva anche per i maestri e gli insegnanti.
…Disponiamo che presso l’amenissima città di Napoli, siano insegnati le arti e gli studi che regolino qualsiasi professione, affinché coloro che sono digiuni e avidi d’apprendere nel Regno, trovino colà di che soddisfare la loro brama, né siano costretti a dover peregrinare e andare mendicando in regioni straniere per la ricerca delle scienze…
L’Imperatore, con l’editto, garantiva i migliori docenti di ogni disciplina. Agli studenti era garantito l’alloggio ad un prezzo fisso, il prestito dei libri, la concessione di prestiti in danaro e l’ acquisto di beni alimentari senza alcun limite.
L’edificio ad angolo tra via Mezzocannone e Corso Umberto, che oggi ospita la sede centrale, è stato costruito nel corso dei lavori del Risanamento a ridosso di quella che doveva essere la sede originaria dello Studium. Un’ampia gradinata, detta Scalone della Minerva, superando un dislivello di 7 metri tiene in collegamento i due complessi universitari. Dal 1616 al 1777 l’Università era stata ospitata nel grande palazzo oggi sede del Museo Archeologico Nazionale.
Il 7 settembre 1987 l’Università degli Studi di Napoli, in onore del fondatore, ha assunto la denominazione di “Federico II”.