Luigi Cosenza
Luigi Cosenza nasce a Napoli il 31 luglio del 1905 da una famiglia di ingegneri. Vive in un ambiente familiare particolarmente vivo culturalmente: il nonno Achille Minozzi ha un salotto tra i più colti e ricercati della città; fin da piccolo studia francese, inglese e tedesco. Il nonno ha raccolto buona parte delle opere dello scultore Gemito in un piccolo museo adibito in casa sua, successivamente la casa e la Sala Gemito passano in eredità al nipote Luigi. L’ingegnere napoletano è stato sicuramente in qualche modo influenzato dall’arte scultorea di Gemito.
Frequenta la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II, dove nel 1928 si laurea con una tesi in “Ponti e Strade”.
La prima opera dell’ingegnere napoletano è il Mercato Ittico di Napoli (1929-1930). In quegli stessi anni inizia a collaborare con le riviste di architettura “Casabella” e “Domus” e con l’architetto viennese Bernard Rudofsky. Dal 1934 inizia ad occuparsi della realizzazione di due case: Villa Oro e Villa Savarese sulla collina di Posillipo, che lo tengono impegnato sino al 1942. Inoltre, in questi stessi anni partecipa a diversi concorsi nazionali per Roma (Auditorium e Palazzo Littorio).
Durante il periodo della guerra è a Roma dove ha l’occasione di pubblicare sulla rivista “Comando”, oltre ad una serie di articoli e recensioni, uno studio urbanistico sulle “Città Militari”.
L’impegno di Cosenza per apportare modifiche al territorio napoletano comincia nel 1943, quando grazie all’incontro con Adriano Olivetti elabora uno studio di Piano Regionale della Campania, e prosegue nel dopoguerra: dal 1945 al 1948 sviluppa il Piano Regolatore di Napoli, il Piano di Ricostruzione della via Marittima, il Piano Particolareggiato per Fuorigrotta e Bagnoli, il Piano di Ricostruzione di Torre Annunziata.
Istituisce il CESUN, Centro Studi per l’Edilizia, presso la Facoltà d’ Ingegneria di Napoli e sarà qui che insegnerà Composizione Architettonica e Progetti Edili per dieci anni (1948-1958). Si dedica all’edilizia economica e popolare e realizza i quartieri di Poggioreale, Capodichino, Barra, Luzzatti, via Consalvo, San Giovanni a Teduccio, viale Augusto.
Gli anni cinquanta sono gli anni della costruzione della fabbrica Olivetti a Pozzuoli e della Facoltà di Ingegneria di Napoli. Il decennio 1959-1969 è il periodo in cui elabora idee per la pianificazione intesa come speranza di razionalità nello sviluppo del territorio. Progetta i Piani Intercomunali di Torre Annunziata, Ercolano, dei Campi Flegrei, dell’Aversano. Sono anni molto fertili e produttivi anche dal punto di vista dello studio dell’urbanistica e dell’abitato, ma sono anche anni di delusioni: si dimette da progettista del Piano Regionale Campano e del Piano Regolatore di Napoli perché in contrasto con le direttive richieste dall’ Amministrazione statale e dagli Enti locali, nel 1958 rinuncia all’insegnamento universitario poiché è in polemica con il mondo accademico.
Nel 1974 dedica il suo lavoro all’ampliamento della Galleria d’Arte Moderna di Roma. Negli anni 70 e 80 del 900 si realizzano delle trasformazioni che interessano l’edificio, uno di questi prevede un ampliamento della struttura su progetto di Luigi Cosenza; l’intervento ha avuto una storia travagliata: la nuova ala non viene portata a termine per la morte dell’architetto e per questioni burocratiche, vive per un lasso di tempo in uno stato di abbandono fino a quando è chiusa nel 1998 per inadeguatezza alle norme. Nel 2000 lo studio svizzero Diener&Diener vince il concorso internazionale di riqualificazione indetto per ristabilire quella parte della struttura. Il progetto svizzero non è stato ancora realizzato a causa delle numerose polemiche che si sono scatenate: il progetto per alcuni non è appropriato perché prevede la demolizione dell’ala Cosenza. Questo stato di indecisione ha contribuito ulteriormente ad aumentare lo stato di degrado.
Luigi Cosenza muore il 3 aprile 1984.
Luigi Cosenza fa parte di quello che si chiama Gruppo 7, comparso nel 1926 con la pubblicazione di una serie di articoli sulla rivista “Rassegna Italiana” attraverso i quali il gruppo propone nuovi modi di vedere l’architettura; un’ architettura dalla forma pura, essenziale, che esprimesse la funzione degli spazi, dal rifiuto dell’ ornamento e della decorazione. I principi del Gruppo 7 possono essere considerati il manifesto del razionalismo italiano.
Cosenza senza rifiutare le condizioni materiali che erano alla base dell’architettura moderna, ha tenuto costantemente presente le esigenze e le aspirazioni dell’uomo.
Giulio Carlo Argan in un saggio dal titolo “L’architettura ragionata di Luigi Cosenza” ha preso in esame i disegni di Cosenza e lo ha paragonato ad un altro architetto moderno: Alvar Aalto. Il paesaggio in cui questi colloca le sue architetture è un paesaggio pensato in funzione dell’umanità che lo popola. Argan cita anche un altro architetto: Gropius. Così come l’artista tedesco anche Cosenza, pensa che il compito basilare per l’architetto è quello di progettare urbanisticamente più che da architetto: tutti gli edifici devono inquadrarsi in un contesto collettivistico; anche gli edifici privati devono inserirsi adeguatamente al contesto urbanistico. Secondo l’idea di Argan nessun altro architetto, a parte Aalto, avrebbe saputo in modo così preciso e adeguato inserire una grande fabbrica moderna, quale è l’Olivetti, nella situazione paesistica in cui sorge. Cosenza vuole costruire a Pozzuoli un edificio “anti industriale”: spazio del lavoro e spazio sociale devono compenetrarsi e fondersi nel quadro naturale del golfo di Pozzuoli.
Per approfondire la figura di Luigi Cosenza e visionare i suoi progetti in digitale: https://www.archivioluigicosenza.it/it/10/progetti-in-digitale