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La guglia di San Gennaro

La guglia di San Gennaro

Oggi non parliamo di pandemie ma dei dintorni, prendiamo in esame cioè un’opera artistica nata in conseguenza di un altro tipo di problematica quale un’eruzione vulcanica: La Guglia di San Gennaro.

Percorrendo via Tribunali, poco dopo aver attraversato via Duomo si apre uno slargo, Piazzetta Riario Sforza, dove si innalza la più antica delle guglie napoletane, quella dedicata a San Gennaro. Costruita tra il 1645 e il 1660 si trova in una posizione quasi equidistante dal Pio Monte della Misericordia e dal Duomo di Napoli. La guglia venne commissionata dalla Deputazione del Tesoro di San Gennaro per ringraziare il Santo Patrono al quale era stato attribuito il miracoloso intervento che fermò una delle più spaventose eruzioni del Vesuvio verificatasi tra la metà di dicembre del 1631 e i primi giorni di gennaio del 1632.
I cronisti del tempo raccontano che la veloce discesa del fiume di lava lungo le pendici del vulcano, dopo aver provocato danni e vittime ai paesi sottostanti, mentre si dirigeva pericolosamente verso Napoli rallentò la sua velocità fino poi a fermarsi del tutto proprio dal momento in cui la statua del Santo, che era stata solennemente portata in processione, venne rivolta verso il vulcano.

Il progetto della guglia fu affidato al grande maestro del barocco napoletano, Cosimo Fanzago. La guglia è una pregevole opera in perfetto stile barocco in marmi bianco e cipollino. È composta da una base sormontata da un blocco marmoreo a sezione quadrangolare dove si può osservare una scultura raffigurante la sirena Partenope, simbolo di Napoli, che regge uno scudo su cui sono scritte le parole di gratitudine che la città e i suoi abitanti rivolgono al Santo protettore. Il disegno della guglia continua con una serie di volute tipicamente barocche e termina con un capitello al di sopra del quale quattro putti recano oggetti simbolici della iconografia del Santo tra le quali le ampolle col sangue. Sulla sommità, infine, si innalza una statua in bronzo di San Gennaro, opera dello scultore Tommaso Montani, che già si trovava nella Cappella del Tesoro e venne destinata alla decorazione della guglia. Sul basamento, infine, un tondo marmoreo in bassorilievo con l’autoritratto di Cosimo Fanzago che attualmente è conservato presso il Museo di San Martino.

Pandemia e dintorni… N. 5 del 28 aprile 2020

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